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Giulio Limongelli - Bio

Giulio Limongelli  si può qualificare "Maestro di bottega" e creativo nell’Arte della fotografia dal 1985 ; inoltre ha insegnato tale disciplina presso  Enti, Istituti e Corsi del settore.   Il termine "Maestro" non è da interdersi come vezzeggiativo ed autoreferenziale ma sottolinea  una  formazione antica come Artigiano, sia come Fotografo che come Stampatore. Tale termine  nell'era del digitale può risultare essere anacronistico ed in controtendenza , ma risponde alle caratteristiche della sua formazione a 360 gradi .    Giulio Limongelli nasce a Bari l’8 Agosto 1963: dopo aver conseguito il Diploma di Liceo Scientifico abbraccia l’attività di fotografo professionista nel 1985 cominciando a collaborare con lo Studio Fotografico di Lorenzo Liberti di Bari .    Vive ed opera  a Bari fino al 1994. Inoltre insegna Fotografia  presso l’Ente Pugliese per la Cultura Popolare e l’Educazione Professionale negli anni 1986 e 1987. Si trasferisce a Bologna nel 1995, ove tuttora vive e lavora.   Le sue Opere sono state esposte in Mostre personali a Londra, Roma, Milano, Firenze, Padova, Novafeltria ed al Museo Nazionale della fotografia di Brescia.   Numerose sono le riviste di settore, sia cartacee che online, che hanno dedicato articoli alla sua attività di fotografo e di stampatore. Inoltre nel 2016  ha partecipato come relatore alla tavola rotonda "La camera oscura al passo coi tempi" tenutasi alla Triennale di Milano e promossa da AFIP international, importantissimo evento sullo stato dell'arte del settore della stampa fotografica.   Giulio Limongelli è presente nell'archivio storico del Museo Nazionale della Fotografia di Brescia con alcune sue Opere.
   A tuttoggi svolge il mestiere di Fotografo come Artista ed Artigiano, forte di una esperienza più che trentennale .   --------------------------------------------------------------------------------------------------------  "ho intrapreso la mia attività quando fare fotografia significava essere un po maghi ed un po taumaturghi; la fotografia era un'arte antica in cui la gente non riusciva a spiegarsi come d'incanto venissero fuori immagini dal buio di una camera oscura e dal mistero di una pellicola. Ora, nell'era del digitale, la magia è un po svanita ma per chi, come me, ha incominciato il suo percorso in tempi "antichi" il digitale non è altro che una nuova opportunità ed un'integrazione che completa le mie conoscenze ed amplia la mia creatività. La Fotografia, un'arte in continua evoluzione....sempre nuova, ma sempre fedele a se stessa." (Giulio Limongelli) _________________________________________________________________________________________    

Alcune recenti pubblicazioni che parlano di me e della mia attività

Recensione di GIORGIO ROSSI, per la "Foto del Mese" pubblicata su www.riflessifotografici.com

 

Senza titolo questa foto di Giulio Limongelli. A richiesta specifica : Vivai di cozze, Sistiana -  golfo di Trieste, sullo sfondo proteso verso il mare, il Castello d Miramare. Avrei potuto sceglierne un'altra diversa. Giulio è da moltissimi anni professionista ad ampio raggio. Ha collaborato a riviste importanti, ha fatto fotografia pubblicitaria, dépliant, matrimoni, still life alimentari col banco ottico e molto altro. E' un ottimo tecnico, ha girato il mondo in parte per suo conto ma anche stampando le foto di clienti; 300.000 all'anno per i 15 anni più floridi dei trenta di attività, per i seguenti 15 anni una media di 150.000 l'anno. È Il classico esempio di professionista Artigiano. Di quell'artigianato che ha origini forse nel medioevo, quando voleva dire possedere l'arte, essere capaci di seguire la propria produzione dal momento dell'ideazione sino all'oggetto finito. Ha iniziato molti anni or sono con l'analogico e prosegue oggi col digitale. Gianni Berengo Gardin distingue tra fotografia bella e fotografia buona. questa fotografia di Giulio ( come del resto moltissime delle sue) è non solo bella, volta ad appagare un desiderio personale e condiviso di espressione artistica, ma anche buona, utile a qualcosa. Sono tempi neri per questo genere ormai forse sparuto di artigiani, risentono tutti più o meno della crisi epocale che sta radicalmente cambiando il nostro antico mondo. Giulio continua a fotografare, ad essere artigiano. Con amore, dedizione, tenacia e disincanto, che si susseguono come le onde lente del mare verso sera, che le ritrovi uguali la mattina dopo. 

Dunque questa fotografia, che mi piace molto ma per la quale stento a trovare parole. Basterebbe dire bella, buona. Eh si perché molte foto, specie se lontane dalla perfezione è sin troppo facile parlare. Trovar difetti tecnici, errori di rappresentazione, vuoti di comunicazione. Non amo scendere a interpretare una foto a dire quello che mi smuove dentro sono fatti miei. A livello di rappresentazione è un paesaggio che non segue scontate regole di composizione. Qui la regola dei terzi non vale. L'occhio segue percorsi percettivi, scandaglia l'immagine percorrendola e ripercorrendola. Cercando un punto di partenza e un punto d'arrivo. Parte da quei filari neri di cozze coltivate, in primo piano. Si ferma un attimo ad osservare una barca di pescatori. Prosegue per arrivare, seguendo il percorso dei filari, al Castello di Miramare, per poi prendere il largo verso l'acqua immobile, vuota, del Golfo di Trieste. Sino a perdersi dove la costa s'incontra col cielo, all'infinito. L'atmosfera è quella sospesa nel tempo, quasi monocromatica, del tramonto. Non il classico tramonto infuocato che genera un ohh!!! in chi ama le cartoline. Un'atmosfera fredda, umida, palpabile, che avvolge ogni cosa e ti entra dentro. L'atmosfera di quel giorno a quell'ora , in quel luogo. 
I dati tecnici: Olympus E400 obiettivo 40-150mm Olympus a 150mm, scatto a mano libera. 
Mi soffermo non a caso su questi dati. Il 150mm nel formato 4/3 equivale a un 300mm, un tele assai forte che causa una notevole compressione dei piani prospettici. La composizione rende una immagine molto naturale nei piani, come se fosse stata scattata da un normale o da un 35mm, le ottiche più vicine al nostro campo visivo. Anno 2007, sono passati 7 anni, penso sia valida come nel momento nel quale è stata scattata, forse di più. Con il rapidissimo avanzamento tecnologico dell'era digitale, con la sempre crescente ubriacatura di foto virtuali, 7 anni sono un'enormità. (GIORGIO ROSSI)